Chi partecipa a lunghi percorsi in bici rischia di scottarsi la pelle. Ecco i consigli per non scottarsi.
Suggerire a un ciclista abituato ai percorsi eroici della Monsterrato – Strade Bianche di proteggersi dal sole può essere scambiato per un insulto. Non lo è. La pelle dei grandi campioni del ciclismo di un tempo era, probabilmente, più coriacea di quella di molti appassionati che passano la settimana in ufficio e si allenano il sabato e la domenica (e non sempre).
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I ciclisti professionisti, infatti, proteggono la loro pelle per evitare scottature inutili e, a lungo andare, anche l’aumento del rischio di malattie più gravi e sulle quali c’è poco da scherzare. Quindi, se non avete la pelle già scurita dal sole e di colore chiaro, è meglio che leggiate questi consigli. Poi, potrete decidere se rischiare la vostra pelle.
Malattie gravi
Partiamo da una considerazione che suona vagamente terroristica, ma che è la realtà: la quantità di uomini e donne che muoiono di cancro della pelle è aumentata negli ultimi trent’anni. Forse si sta più a lungo al sole, forse essere abbronzati è uno status al quale pochi rinunciano, forse siamo abituati a prendere il sole di colpo, passando dalla scrivania alla spiaggia o, appunto, al sellino della bicicletta.
I ciclisti sono ovviamente particolarmente esposti al rischio di danni del sole. E, secondo i dermatologi, oltre al rischio di melanoma, la pelle può subire anche un invecchiamento precoce. Anni fa uno studio su sei ciclisti ha rilevato che durante le otto tappe del Tour de Suisse il livello di esposizione ai raggi solari nocivi, le radiazioni ultraviolette (UV), era più di 30 volte superiore ai limiti raccomandati internazionali. Ci sono due tipi di raggi ultravioletti che possono causare danni e sono collegati al cancro della pelle: Uva, che si traduce in invecchiamento precoce e Uvb, che è la principale causa di scottature. Chi ha la pelle bianco latte è il più esposto a scottature, ma non crediate che una carnagione mediterranea sia uno scudo per scottature o malattie: le persone di colorito bruno sono semplicemente meno a rischio, ma non esenti dai danni dei raggi solari.
La protezione
Il fattore di protezione solare (Spf) specificato sulle protezioni solari si riferisce alla protezione dai raggi Uvb. Ma è meglio controllare che un prodotto protettivo sia efficace anche ai raggi Uva, che è in genere di almeno un terzo del valore Spf. Applicare una protezione solare, insomma, non è una debolezza, ma una lungimiranza. Ed è meglio abbondare con la crema: la protezione solare, infatti, è testata con 2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle, che è molto più di quanto la maggior parte delle persone si applica solitamente. Una protezione 30 o 50 è consigliata per chi ha la pelle chiara.
Ne avete avanzata una dallo scorso anno, quando siete stati al mare? Buttatela. La crema solare ha una efficacia di circa 12 mesi.
Quanta crema?
Dipende dalla pelle. Ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda circa 35 millilitri per tutto il corpo. In pratica, circa sette cucchiaini. Potete regolarvi così: un cucchiaino da tè per la testa, il viso e il collo, uno per gamba o braccio, uno per la parte anteriore del corpo e uno per la schiena.
Consigli per evitare le scottature
• Indossate un casco che proteggere le orecchie, il naso e le labbra.
• Applicate una crema solare una volta al giorno e sul viso più di una volta al giorno.
• Indossate occhiali da sole con protezione dai raggi Uv.
• Coprite le cosce e il dorso delle mani con la crema solare.
• Indossate le maniche lunghe se andate in bicicletta per molte ore e non vi siete protetti a sufficienza con le creme.
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