LA CONTESSA BARBERA (4 – continua) Storia di uomini e di cavalli dal Monferrato grande cuore gravel
….. L’incidente con Veragna aveva segnato per sempre il suo fisico eppure, rientrando al tondino elegantissimo nel portamento in sella e nella tutina bianca e rosa, Bartolomeo Berazzani si sentiva di nuovo un fantino, oltre che un piccolo uomo scampato (o almeno così pareva) dall’inferno dell’alcol. “Bravo Meo”. gli aveva gridato uno spettatore dalla tribuna. Uno solo: ma da quanto non succedeva? Avrebbe pianto per quel veloce complimento. Subito però l’elogio venne sostituite nella sua testa dalle recenti raccomandazioni dell’Adele, la proprietaria del bar osteria appena fuori dall’allevamento: “Ricòrdes Barbera (solo lei aveva il permesso di chiamarlo ancora con quel nomignolo) , un alcolista deve dimostrare ogni santo giorno di non ricaderci più. Per te sarà una sfida quotidiana”. Ma Contessa? Mentre Meo smontava vittorioso al tondino che cosa stava facendo Contessa in Monferrato, chiusa nella sua linda scuderia o libera al pascolo con l’inseparabile Roccia a fianco? Che cosa stava preparando per lei il destino?
IRRICONOSCIBILE Al ritorno dall’America, Contessa era un’altra cavalla, irriconoscibile per chi l’aveva vista nascere. Sembrava persino denutrita (ipotesi ovviamente da escludere), ed anche gli occhi avevano un qualche cosa di spento. Fosse stato un essere umano, qualsiasi medico avrebbe avuto buon gioco nel diagnosticare un profondo stato depresssivo. Che cosa le era successo in America? E’ possibile uscire in quello stato così malridotto dalla permanenza in un allevamento tra i migliori della California, nell’America terra promessa dell’ippica? Perchè un’atleta di vertice come Tessa era diventata all’improvviso una brocchetta qualsiasi, persino svogliata, che in America aveva fatto impazzire allenatori e fantini? Può un cavallo entrare in depressione se tolto dal suo habitat, dalla terra natìa, dagli amici?
NASO SCHIACCIATO Queste domande frullavano da giorni nel cervello di Bartolomeo Berazzani. Dal rientro in allevamento della cavalla, i loro rapporti si erano limitati a qualche carezza rubata di nascosto. Il caporazza non si fidava di quell’omettino mezzo alcolizzato, facesse le pulizie alle stalle che già era un regalo. Così Tessa veniva montata al tondino ogni giorno da Luigi Cerlanti, il giovane top jockey della scuderia, un biondino dal naso schiacciato talentuoso e molto pieno di sè che spesso veniva ingaggiato per montare all’estero, Inghilterra, Francia e persino Giappone. In quei giorni caldi ed umidi, Cerlanti – che con Meo aveva rapporti freddi – scuoteva la testa ogni volta che smontava dalla sella di Tessa. Pareva perfino infastidito. “Non sento più energia nella cavalla, e neppure voglia di correre, è vuota. La manderei in razza”, disse una mattina al Conte Branca, venuto ad assistere all’ennesimo canter svogliato della – di nuovo – sua cavalla. “Lasciamole un po’ di tempo – rispose invece l’ex allenatore Novaro al Conte che gli chiedeva consigli – Fretta non ce n’è, aspetterei ancora qualche mese per vedere come Tessa reagisce all’aria di casa”.
IL DESTINO Non ci fu bisogno di attendere così tanto per capirlo, il destino era pronto a scendere in campo: un banale incidente stradale all’incrocio poco lontano dall’allevamento Semper Fidelis provocò una brutta frattuta alla clavicola di Luigi Cerlanti. Fuori gioco almeno due mesi. Chi avrebbe montato Tessa per tutto quel tempo? Era l’occasione per mandarla subito in razza? Di questo stavano parlottando il Conte Branca ed il capo allevamento, quando dall’angolo spuntò Berazzani, fresco della prima vittoria della sua seconda vita nel convegno domenicale di Torino. La corsa centrale dominata con Vox Populi, nulla di eccezionale ma quanto bastò alla Gazzetta per titolare, in un trafiletto in seconda pagina, “Berazzani, champagne per un ex alcolizzato”. “Meo te la senti di riprendere Tessa? Nessuno la conosce meglio di te. Montala per un po’, facci sapere che cosa pensi si debba fare sul suo futuro”. Meo abbassò la testa per qualche secondo, sembrava indeciso, ma quando la rialzò i suoi occhi sottili e taglienti sprizzavano una luce che non lasciava dubbi sulla risposta. Da domani avrebbe ricominciato a lavorare con Tessa. Ma dal suo corpicino esile uscì una richiesta perentoria, erculea, inattesa: “Solo se me la date per per un mese; la porterò in giro per la campagna qui attorno, con noi dovranno venire ogni giorno anche Wanadio, mantato sempre da Francesco, e Roccia. Voglio carta bianca, niente domande: fra un mese vi dirò che ne penso” Sbigottito da tanta energia, il Conte Branca annui sorridendo. “Domattina voglio trovare Tessa pronta per le 7 – disse Meo al caporazza – . La porto sulle sue strade, le strade della #Monsterrato”
di Claudio Luigi Bagni
(continua)
Le precedenti puntate sono pubblicate sulla pagina facebook La Monsterrato-Strade Bianche Monferrato in data 8 novembre, 1 dicembre, 10 dicembre
6/a La Monsterrato Strade Bianche Monferrato, 3-4 settembre 2022, Regione Piemonte, VisitPiemonte – DMO, ALEXALA – Tourist Board Alessandria & Monferrato, Paesaggi Vitivinicoli Langhe, Roero e Monferrato, Aree Protette Po piemontese, Visit Langhe Monferrato Roero, LANGHE ROERO E MONFERRATO PATRIMONIO DELL’UMANITA’®, Comune di Quattordio, Comune Di Cerro Tanaro, Comune di Felizzano – Pagina Ufficiale, Comune di Fubine Monferrato, Comune di Masio, Comune di Vignale online, Provincia di Alessandria, Provincia di Asti
#monferrato #monsterrato #ebike #stradebianche #cicloturismo #gravelbike #gravelgrinding #bicidepoca #bicistoriche #ciclostoriche #bicielettrica #unescoworldheritage #Unesco #mountainbike #piemonte #italy #turismoesperienziale #vendemmia
Leave a reply