LA CONTESSA BARBERA (9) Storie di uomini e di cavalli dal #Monferrato grande cuore #gravel
Quel cappello giallo a larghe tese con incastonati fiori blu e rosa, indossato da una signora di mezza età in tailleur color pesca proprio non le piaceva. Passandole accanto al tondino, Tessa diede una musata a quel cappellaccio indossato con tanto orgoglio inclinandolo comicamente sulle fronte della donna. Donna di cavalli, come era evidente dal sorriso con il quale si riassestò il tutto. Ma al secondo passaggio, la musata di Tessa fu così forte da far volare via il cappello e imbarcare paurosamente anche la parrucca della signora. Che dalle movenze divertite con le quali si rimise in ordine, proprio grandissima donna di cavalli doveva essere. Usò solo la precauzione di spostarsi a 3, 4 metri dallo steccato del tondino di Ascot, là dove Tessa al terzo passaggio in circolo non sarebbe potuta arrivare con il suo muso.
IL PRELUDIO Queen Elizabeth Stakes, il gran giorno di Ascot era quindi giunto salutato da una rarissima giornata di sole, disturbata solo dal vento. E intristita per la caduta di 3 puledri poche decine di metri dopo il tiratissimo arrivo della prima corsa del convegno. Due di loro avevano rimediato fratture di tale gravità da dover essere abbattuti con il classico rituale della coperta a coprire il tutto e del colpo fatale di pistola. Così funziona con i cavalli fratturati.
LA RIVINCITA Con la mezzora di ritardo richiesta dai lavori di risistemazione della pista nel punto della caduta, ora tutto era pronto per il grande appuntamento. Una vittoria avrebbe significato per Tessa non solo prestigio mondiale ma anche un viaggio in America in cerca di quella famosa rivincita alla quale tanto anelava il Conte Branca. La stessa rivincita che cercava Bartolomeo Berazzani, il fantino “ritornato dall’inferno” come avevano titolato per l’ennesima volta i giornali inglesi. Dopo le ultime raccomandazioni del Conte e del trainer, che per la verità neppure sembrò ascoltare, Meo si avvicinò a Tessa, la fissò per qualche secondo negli occhi, l’accarezzò sul muso come d’abitudine, e in un attimo fu in sella.
BELLISSIMA E POTENTE Tessa era bellissima e potente, tirata a lucido come non mai, devastante nella potenza che Meo sentì subito sotto di se portandosi al piccolo galoppo verso la partenza. Degnò di sguardi solo distratti gli altri cavalli a ridosso delle gabbie, non aveva dubbi, solo la paura che Tessa attaccasse d’impeto prima dei 100 metri, i suoi 100 metri di autonomia per accompagnare al top il movimento del galoppo. Poi fu solo cronaca: la sgabbiata problematica come al solito, una lenta ma inesorabile rimonta alla steccato, lo “luce” vista poco prima dei 100 metri finali, e la vittoria travolgente con Meo che non dovette neppure spingere più di tanto, tale era la superiorità di Tessa, al punto che tagliò il prestigioso traguardo in piedi sulle staffe e con il braccio destro sguainato al cielo.
QUEL FIEVOLE NITRITO Ma non era finita.Quando si riadagiò sulla sella accarezzando l’orecchio destro di Tessa, come tanto piaceva a lei, sentì un rumore strano dall’anteriore e la cavalla fece un movimento anomalo; solo per un caso Meo evitò la caduta. La corsa era vinta ma Tessa rallentò troppo all’improvviso con nitriti fievoli e strani. Erano gemiti di dolore. Tessa era probabilmente inciampata in una fossetta delle pista lasciata dalla caduta nella prima corsa, muoveva l’anteriore sinistro malamente, in una maniera così sgraziata ed innaturale da evidenziare chiaramente la grave frattura. Tessa rallentò ancora fino a fermarsi, Meo saltò giù dalla sella un attimo prima che lei si lasciasse cadere a terra.
IL COPIONE DRAMMATICO Poi fu il solito drammatico copione: i veterinari che controllano l’entità della frattura, l’arrivo di corsa del tecnico, la discussione tra le parti. Alla quale Meo non partecipò.
Con in mano la sella che aveva sfilato da Tessa, si diresse verso le tribune cercando con gli occhi il conte Branca, che era rimasto seduto nella sua postazione. Dalla gioia al dramma, un passaggio che l’aveva impietrito. Meo a quel punto si girò in tempo per vedere due artieri alzare la coperta di protezione per nascondere alla gente lo spettacolo tremendo di come si abbatte un cavallo. “No!” gridò Meo gettando a terra la sella. In un attimo fu da Tessa, sempre a terra; tolse di rabbia la coperta dalla mani degli artieri per gettarla via, oltre lo steccato. Guardò con aria di drammatica sfida il veterinario che aveva già caricato l’arma e si buttò al collo della cavalla, accarezzandola, sussurrando più volte il suo nome. Meo era un uomo disperato, finito, distrutto nell’animo e stravolto persino nei lineamenti. Tessa lo guardava, nel dolore pareva sorridere: i suoi occhi erano dolcissimi.
di Claudio Luigi Bagni
FINE
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6/a La Monsterrato Strade Bianche Monferrato, 2-3-4 settembre 2022, Quattordio. Tanto ciclismo ma non solo: ogni pedalata è anche un modo di vedere, una sensibilità del sentire, il piacere di ricordare. Pensi di venire?
Le iscrizioni sono aperte sul sito www.lamonsterrato.it
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